Siamo soliti pensare che la fotografia sia un’invenzione piuttosto recente, mentre invece è qualcosa di molto antico. Mi credereste se vi dicessi che ancora oggi è possibile ammirare le foto di uomini e donne nati nel 1700, o giù di lì? Ebbene, recentemente sono tornate alla luce, da archivi privati, delle foto che ritraggono non solo personaggi famosi ma anche gente comune che, nel 1800 quando la fotografia si chiamava ancora dagherrotipo, si è lasciata ritrarre da quelli che all’epoca erano considerati dei maghi.
Il Dagherrotipo
Il Dagherrotipo è la prima versione di macchina fotografica, inventata dal chimico e fisico francese Louis Daguerre nel 1839. I primi prototipi di foto erano impressi su lastre estremamente fragili e soggette a ossidazione, ma per fortuna, nonostante la fragilità, molte di queste lastre sono sopravvissute e le vedremo qui sotto.
Immaginate l’espressione sul viso di chi doveva sostare davanti alla prima macchina fotografica senza averne mai vista una prima, associandola subito a una specie di fucilazione. Invece, quel piccolo cannone, altro non era che una macchina fotografica, capace di salvare per sempre l’immagine di una persona e – si affrettavano a dire i primi fotografi – senza alcun dolore o pericolo.
Certo, vaglielo a dire a chi a quell’epoca ricordava ancora i processi per stregoneria e i roghi dell’inquisizione (l’ultimo dei quali in Polonia nel 1793). Infatti, la loro espressione davanti a quell’archibugio fotografico non era affatto un radioso sorriso, bensì un’espressione preoccupata, austera, a volte addirittura inquietante.
Per esempio, il tizio qui sotto si chiamava Conrad Eyer, nato nel 1749 e morto nel 1856. Per farvi un’idea, quest’uomo è nato sette anni prima di Mozart ed è morto sessantacinque anni dopo. In questa foto (del 1852), dove ha già i suoi 103 anni spaccati, sembra particolarmente sospettoso. Morirà a 107 anni con il solo rimpianto di non aver fatto in tempo a tenere a battesimo la Regina Elisabetta II, attualmente, ancora sul trono d’Inghilterra. Eccolo qui, ancora con lo sguardo pieno di disappunto.
La simpatica vecchietta qui sotto, invece, guarda l’obiettivo come se non gliene importasse nulla, e ne ha ben donde, cosa gliene poteva fregare ad Hannah Stilley Gorby di quella diabolica invenzione, lei che era nata nel 1746 e morta (forse) nel 1850? Resta il fatto che questa donnina è la persona più anziana, nata nell’anno più remoto, che sia mai stata fotografata. Eccola qui:
Poi c’è un tizio, tale Robert Cornelius, vero precursore del XXI° secolo, famoso per essersi sparato il primo selfie della storia nel 1839. Ma lui non fa testo, era un fotografo (guarda un po’) e, se vogliamo ben vedere, anche un giovanotto rispetto gli altri. E’ nato infatti nel 1809 e morto nel 1893.
Ma attenzione, scommetto che avrete visto almeno una volta la foto qui sotto. Si tratta di Gioachino Rossini, grande compositore dell’800. Beh, anche lui fa parte del Club 700; nacque nel 1792 e morì nel 1868.
Ma rimanendo in tema musicisti e dintorni, se vi mostrassi un dipinto…
…e poi vi dicessi che questa donna fu la moglie del più grande compositore di tutti i tempi? Sì, parlo proprio di lui, Wolfgang Amadeus Mozart, e lei è è Costanze Mozart. Ma che ce ne facciamo del suo ritratto quando possiamo ammirarla in tutto il suo vero splendore qui:
Ecco.
Nella lista abbiamo anche la foto di un presidente degli Stati Uniti, Andrew Jackson, nato nel 1767 e morto nel 1845. Una posa che testimonia la vicinanza con l’epoca dell’antico Egitto (si capisce che è una battuta?).
C’è anche un tizio del quale, purtroppo, non ho avuto modo di scoprire il nome. L’unica cosa certa è che la foto risale al 1850 e che lui è nato prima del 1790. Un altro del Club 700 che però ha avuto la pessima idea di farsi fare la foto di lunedì (anche questa è una battuta, ma se non la capite non so più cosa farci). Eccolo:
Nel Club 700 non poteva mancare un medico, Samuel Hahnemann, fondatore della medicina omeopatica. Nato nel 1755 e morto nel 1843. Anche in questo caso, stiamo vedendo la fotografia di un uomo nato un anno prima di Mozart e ben quindici anni prima di Beethoven. Non male.
Insomma, a quanto pare, basta una fotografia per farci sembrare il 1700 dietro l’angolo, eppure è difficile staccarsi dall’iconografia di certi ritratti settecenteschi di uomini e donne dallo sguardo misterioso, sognante e lontano. Sembra arduo, ora, pensare alle corti francesi e inglesi con i loro cammei e le silhouette, immagini dentro un ciondolo e appesi al collo, per poi vederli qui, in queste foto che pare siano state prese ieri con un filtro vintage installato sul nostro smartphone.
Massimo Mayde
(1 Giugno 2020)